Cari amici e Care amiche, Cara Parrocchia di San Giovanni Crisostomo,
Dopo la visita la sera di Pentecoste del nostro Arcivescovo Mario ho riflettuto a lungo sulle parole che ha
voluto donarci e soprattutto sulle immagini che ha evocato e ho sentito il bisogno di scrivere a Voi per
condividere alcune di queste riflessioni.
Nel Primo Mistero Glorioso abbiamo contemplato la Risurrezione di Gesù e lo Spirito Santo come Fuoco. La
Risurrezione di Gesù ha sconfitto definitivamente la morte e come un fuoco ha purificato questa Terra dalla
morte. Ho subito pensato a quanti richiami ci fossero nella nostra parrocchia alla presenza di Dio sotto
forma di fuoco e ho riportato nella mia mente tre delle vetrate che decorano la grande navata della nostra
chiesa. Nella prima vediamo il roveto ardente attraverso cui Dio parlò a Mosè, un Fuoco che parla al cuore
e ci invita a compiere grandi cose. Nella seconda vetrata osserviamo la colonna di fuoco che guida il popolo
di Israele fuori dalla schiavitù e verso la Terra Promesso, un Fuoco che accompagna, guida, indica la strada
e non ci lascia mai soli. La terza vetrata rappresenta la Pentecoste, lo Spirito donato sotto forma di Fuoco,
un Fuoco che entra in noi e ci scalda, che ci fa ardere il cuore come quello dei discepoli di Emmaus.
Nel Secondo Mistero Glorioso abbiamo contemplato l' ascensione di Gesù al cielo e lo Spirito Santo come
Verità che ci chiama a riscoprirci figli di Dio e a cercare senza sosta la nostra Vocazione. Lo Spirito Santo che
è Verità ci invita ad avere stima di noi stessi, a sentirci sempre amati. Ho cercato nella mia mente
un’immagine per questa Verità, che sembra così astratta e difficile da toccare, ma poi mi sono ricordato
della vetrata della Gerusalemme Celeste. Quella vetrata che osserviamo ogni volta che usciamo dalla nostra
chiesa ci ricorda che siamo destinati a qualcosa, che ognuno di noi, a prescindere dall’origine, dalla
ricchezza e dall’intelligenza ha il suo posto nella Città Felice, nella Città di Dio perché figlio amato e una
Padre non lascia il proprio figlio senza casa. Quella vetrata ci insegna che agli occhi di Dio ognuno di noi è
un tesoro prezioso, inestimabile e che dovremmo avere più stima e fiducia in noi stessi e in noi come
comunità in cammino.
Nel Terzo Mistero Glorioso abbiamo contemplato la discesa dello Spirito Santo nel Cenacolo e lo Spirito
come Vento. Il vento è ciò che permette alle imbarcazioni a vela di procedere verso la meta, che bello
pensare che la nostra chiesa abbia la forma di un’arca rovesciata proprio per insegnarci che siamo tutti
parte dello stesso equipaggio e che dobbiamo affidarci al Vento per continuare il nostro cammino come
comunità. Anche durante la tempesta del Diluvio Universale, quando Noè e la sua famiglia erano sull’arca
con tutti gli animali, Dio fermò le onde e la pioggia attraverso il Vento. La vetrata raffigurante il Diluvio
universale e il fatto che tutta la nostra chiesa abbia la forma di una grande barca vogliono secondo me
invitarci a fidarci e affidarci a Dio come fece Noè, fiduciosi che dopo ogni diluvio c’è sempre il compimento
di una promessa.
Nel Quarto Mistero Glorioso abbiamo contemplato l'Assunzione di Maria al cielo e lo spirito santo come
Gloria. Ma cos’è questa Gloria? La Gloria di Dio è l’Amore che rende capaci di Amare, così l’Arcivescovo ci
ha spiegato cosa vuol dire Gloria. Ma conoscendo le nostre menti stanche e i nostri cuori lenti ha voluto
aiutarci con un’altra immagine a noi familiare: la Madonna vestita di Sole. Maria è assunta in Cielo perché
piena della Gloria di Dio, che possiamo immaginare come un Sole che con i suoi raggi illumina tutta la terra.
La Gloria di Dio ci permette di illuminare anche gli angoli più bui della nostra storia, di amare anche le
difficoltà e le nostre piccolezze. La Gloria di Dio riempie tutta la terra e come il Sole illumina tutti noi, senza
distinzione: lasciamoci illuminare dalla Gloria di Dio!
Nel Quinto Mistero Glorioso contempliamo l'Incoronazione di Maria Regina del cielo e della terra e lo
Spirito Santo come Colomba. La Colomba è il simbolo della pace, della concordia e della mitezza. È il segno
tangibile della presenza del Padre che scende dal cielo durante il Battesimo di Gesù nel giordano come
possiamo vedere in una delle nostre vetrate. Quanto abbiamo bisogno di pace e concordia in questi tempi
bui! E quanta mitezza servirebbe a coloro che ci guidano. Impegniamoci anche noi nel nostro piccolo, nel
nostro essere Chiesa a preservare la concordia tra noi, rifiutando ogni pettegolezzo e frenando la nostra
facilità nel puntare il dito. Impariamo a sostenerci, accompagnarci e custodirci di più. (Gabriele Vighi)